Lo studio ha preso in considerazione oltre 1.000 musicisti europei e nordamericani, di vari generi musicali (rock, punk, rap, R&B, musica elettronica), ed è emerso che le star hanno una mortalità 1,7 volte maggiore rispetto alla media della popolazione complessiva.
Questo rischio maggiore però varia nel tempo, per le star europee, che dopo 25 anni di fama tornano ad avere un tasso di mortalità vicino a quello medio delle persone comuni. Questa diminuzione del rischio però non ci sarebbe per le star americane, che invece rimarrebbero più a rischio.
Lo studio ha anche evidenziato come nel corso degli anni il rischio sia cambiato, con un rischio maggiore per i musicisti diventati famosi prima degli anni 80, che viene spontaneo ricondurre ad un maggiore abuso di sostanze.
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