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martedì 8 luglio 2014

La piscina più affollata del mondo

Con il caldo, molti cercano sollievo e relax nelle piscine, che a volte diventano decisamente affollate. Fortunatamente non al livello della piscina “Mar Morto” a Daying in Cina: si tratta di un’enorme piscina di acqua salata, di circa 30.000 metri quadri, che può ospitare fino a 10.000 persone.

  


Decisamente grande, dunque, ma non abbastanza: è accaduto più volte che i nuotatori fossero molti più di quelli previsti (superando anche i 15.000) creando una enorme massa umana in cui diventa impossibile nuotare e forse anche muoversi.

Tutti quelli che entrano in piscina indossano un salvagente, indispensabile dato che schiacciati tra gli altri “nuotatori” potrebbe essere difficile galleggiare (per quanto l’alto contenuto di sale dell’acqua faciliti lo stare a galla).


  


lunedì 7 luglio 2014

Obitorio australiano rifiuta i cadaveri troppo grassi

L’obesità può comportare gravi problemi di salute, ma se pensate che una volta passati a miglior vita le difficoltà siano finite una volta per tutte vi sbagliate.
Un’agenzia di pompe funebri in Australia si è trovata in grossa difficoltà quando l’obitorio ha respinto il cadavere di un uomo che pesava 200 Kg, dicendo che le loro celle frigorifere non erano attrezzate per quella stazza.


  


Joanne Cummings, la titolare dell’agenzia, non ha potuto fare altro che prendere la macchina e scarrozzare il cadavere nell’autobara per diverse ore. “Avevo l’aria condizionata al massimo [per tenere il cadavere al fresco] e dovevo controllarlo ogni mezz’ora”, racconta.

Nel frattempo, la donna aveva fatto ordinare un piccolo container refrigerato per collocare il cadavere, che è arrivato la mattina dopo.
Non è la prima volta che capita un episodio di questo tipo: se da un lato sono inevitabili le polemiche sull’accaduto, altri sottolineano che si tratta dell’ennesima dimostrazione che l’obesità comporta numerosissimi costi “nascosti” per la società, quali anche quelli che dovrebbero sostenere gli obitori per adeguare le celle frigorifere alle maggiori dimensioni.

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domenica 6 luglio 2014

Ricerca: parlare al telefono fa comportare da str*nzi

Obbligare gli altri a sentire le proprie conversazioni telefoniche, mettendosi a parlare al cellulare nei luoghi meno adatti, è fastidioso e maleducato. Ma oltre a questo, il telefonare spinge verso altri comportamenti negativi? Un gruppo di ricercatori se lo è chiesto ed ha portato avanti un curioso esperimento.
Un attore, con addosso un tutore alla gamba, aveva in mano un pacco di riviste, che ha lasciato cadere di fronte a 62 soggetti (30 uomini  e 32 donne). Come si può indovinare, mentre la gran parte di coloro che mentre semplicemente camminavano vedevano l’uomo in difficoltà andava a dargli una mano, solo una minoranza di coloro che erano al telefono aiutava a raccogliere le riviste.
Ma quel che colpisce sono le percentuali: solo il 9% di quelli al telefono aiutavano la persona in difficoltà, contro il 72% di quelli non al telefono. I ricercatori lanciano l’allarme, dato che l’uso dei cellulari influenza molto nettamente il comportamento sociale, con ricadute che finora sono forse state sottovalutate (ad esempio, nell’uso del telefono alla guida si è spesso posta l’attenzione sul fatto che il cellulare intralcia l’uso delle mani, ma non abbastanza sugli effetti comportamentali e cognitivi dell’essere al telefono).


  



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sabato 5 luglio 2014

Alcol in polvere, per rendere qualunque cosa inebriante

L’americano Mark Phillips è l’inventore del “Palcohol”, l’alcol in polvere. Phillips ha avuto l’idea perché si era stancato di portare pesanti bottiglie di alcolici durante le sue gite in campeggio, e così ha deciso di creare un sistema per liofilizzare gli alcolici e poterli portare in giro risparmiando peso, ed evitando il rischio che le bottiglie si rompano, aggiungendo poi l’acqua.
Oppure, il Palcohol può essere un comodo modo per trasformare un cocktail analcolico in alcolico senza tante complicazioni: sono state messe a punto diverse varianti, che vanno dalla vodka al mojito.


  

Un’azienda, la Lipsmark, aveva deciso di sviluppare l’idea e metterla sul mercato, ma la strada si sta rivelando più difficile del previsto per questioni legislative. Infatti, dopo un primo momento in cui l’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau aveva dato l’autorizzazione alla messa in commercio, è arrivata la doccia fredda: qualche giorno dopo infatti l’azienda è stata informata che l’autorizzazione era stata data “per errore” e quindi era nulla.

Robert Lehrman, esperto di leggi e norme sugli alcolici, pensa che però le cose potrebbero essere andate in modo diverso: “Una svista di questo tipo non mi suona veritiera”, e ipotizza che dopo il grande clamore iniziale che si stava sviluppando sull’alcol in polvere qualcuno abbia fatto delle pressioni perché il prodotto venisse fermato.

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venerdì 4 luglio 2014

Vuole diventare una “donna-giraffa”: anelli di rame per allungare il collo

La ventottenne Sidney V. Smith ha deciso che vuole diventare una “donna-giraffa”: per raggiungere il suo obiettivo ha deciso di cercare di allungare il suo collo usando 11 anelli di rame.
L’idea le è venuta ispirandosi alle tribù della Thailandia e del Burma che utilizzano questa pratica fin da piccole. “Ho sempre avuto un collo lungo”spiega Sidney, “e alle medie mi chiamavano ragazza giraffa. Ma quando ho visto le foto delle donne con il collo lungo della Thailandia e del Burma sono rimasta decisamente colpita”.


  


Sidney ha deciso allora che quello che voleva era un collo ancora più lungo, e ha iniziato a indossare gli anelli per cercare di modificare il suo corpo, nonostante le proteste dei genitori.

La ragazza ammette di avere avuto qualche dubbio nel corso degli anni: “Dopo qualche anno, era evidente che il mio collo era più lungo di quello delle altre ragazze, ma non in modo bizzarro. Allora mi sono fermata per pensare se essere una donna con il collo lungo era proprio quello che volevo”. Ma presto ha sentito la mancanza degli anelli, e ha ricominciato ad indossarli.


  

A un certo punto però ha dovuto prendere una decisione definitiva, poiché i muscoli del collo non erano più in grado di reggere il peso della testa senza gli anelli: “Mi sono chiesta: ‘devo fermarmi, o andare avanti?’, sapendo che sarei stata schiava degli anelli tutto il resto della vita”. Dopo un concerto di Lady Gaga, dal quale ha colto il messaggio che bisogna essere sé stessi e non conformarsi alla massa, ha deciso che voleva andare avanti per il resto della vita. Adesso gli anelli sono saldati intorno al suo collo e non possono più essere tolti.

Sidney è consapevole dei rischi per la salute che sta correndo, e i medici scoraggiano vivamente dall’imitarla: il rischio di danneggiare la spina dorsale non è trascurabile. “Quando si è finito di crescere, tutto quello che succede è che la pelle viene stirata e le vertebre messe in trazione, allontanandole l’una dall’altra”.

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martedì 1 luglio 2014

Indiano cammina all’indietro da 25 anni, per la pace nel mondo

Negli ultimi 25 anni, Mani Manithan ha sempre camminato all’indietro, come bizzarro voto per raggiungere la pace nel mondo. Ha iniziato nel 1989, dopo una serie di gravi scontri nel suo paese, che lo hanno molto colpito.
All’inizio la sua doveva essere una trovata che doveva concludersi con una performance singola: camminare all’indietro per 300 miglia, completamente nudo, dal suo villaggio alla città di Chennai.
Ma non è bastato per avere la pace nel mondo, e l’uomo ha deciso di continuare nella sua iniziativa, anche se purtroppo sembra che continui a servire a poco. Manithan però non ha intenzione di farsi scoraggiare.


  


Nel corso degli anni ha battuto praticamente ogni record di camminata all’indietro: l’uomo infatti lo fa in qualunque momento, sia che cammini in strada, che faccia le scale, o che stia lavorando nel suo negozio.

Manithan spiega che l’insolita camminata non interferisce con la sua routine quotidiana, anzi: “Camminare in avanti sarebbe una sfida più grande. La mia testa si è dimenticata come si fa. E’ diventato molto comodo camminare così”.


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lunedì 30 giugno 2014

Uomo cinese ha un corno che gli cresce dal collo

Da oltre trent’anni, il sessantaduenne Li Zhibing ha vissuto con un corno che gli cresce dal collo. Il corno ha iniziato a crescere nel 1980, e da allora sembra avere anche aumentato la rapidità con cui si sviluppa, tanto che l’uomo lo taglia due volte l’anno.
Uno dei più grandi desideri di Li è scoprire come mai il corno ha iniziato a crescere: diversi anni fa si è rivolto ad un medico, che gli ha prescritto delle erbe, ma Li ha la sensazione che la “cura” abbia invece fatto crescere il corno ancora più velocemente.


  


Il corno, che cresce perpendicolarmente al collo, è arrivato ad essere lungo 15 cm, e quando diventa troppo lungo gli causa febbre e gonfiore al collo, ma tagliandolo e tenendone la lunghezza sotto controllo Li non ha effetti particolari, e non gli crea disturbo (se non qualche scomodità quando si lava o si veste).

Qualcuno, dopo avere sentito il caso dell’uomo, ha ipotizzato che il suo potrebbe essere un corno cutaneo anomalo, una (solitamente) piccola malformazione costituita da proteine di cheratina concentrate, e possono avere un aspetto simile al legno o al corallo, ma fino adesso l’uomo (come molti altri suoi connazionali) non ha potuto permettersi una “vera” visita medica.


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giovedì 26 giugno 2014

Cubetti di ghiaccio intagliati a mano, al modico prezzo di 325 dollari la confezione

Un’azienda californiana, la Gläce Luxury Ice Co,  ha messo in vendita delle confezioni di ghiaccio extra-lusso. Si tratta di ghiaccio intagliato a mano, estremamente trasparenti, e molto costosi: una confezione costa infatti 325 dollari, cioè circa 8 dollari a cubetto.

  


Come è facile intuire, si tratta di cubetti di ghiaccio destinati ad essere usati in costosi cocktail preparati in locali di lusso. Gli ideatori spiegano che il ghiaccio extra-lusso però durerebbe anche di più del normale ghiaccio, e soprattutto sarebbe più puro e salubre.

Il ghiaccio “normale” infatti conterrebbe oltre 150 impurità, alcune delle quali anche potenzialmente cancerogene, che interferiscono con il sapore del drink, oltre che comportare potenziali rischi per la salute. Il ghiaccio “fatto a mano” è disponibile in due forme: i tradizionali cubetti e delle sfere, che permetterebbero una minore liquefazione ed un maggiore raffreddamento.



L’idea di fondare la Gläce Luxury Ice Co è venuta a Roberto Sequeira, un docente universitario di economia, con il sogno di creare il business perfetto, con una nicchia di mercato piccola e ben definita,  con elevati margini e scalabili.
Finora tra i clienti ci sono stati la LA Fashion Week e la Playboy Mansion.

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Quando fare ricerca vuol dire andare di nascosto a party erotici

La ricerca scientifica prende tante forme, specie quella sociale. Un ricercatore della State University of New Jersey ha studiato i party gay dove si fa sesso di gruppo, organizzati nell’area di New York.
Il ricercatore per compiere il suo studio è diventato un habitué di un party settimanale che coinvolge oltre 100 persone a New York, per compiere delle rilevazioni etnografiche. Il suo ruolo, concordato con gli organizzatori dei party, era quello di addetto ai bagni (cioè controllare che le persone vi entrassero una per volta, oltre a mantenerli puliti e in ordine).


  


Lo studio raccomanda che questo tipo di feste non siano più vietate (in molti stati USA è infatti illegale organizzare questi incontri a pagamento, un divieto introdotto in molti stati sull’onda delle preoccupazioni per l’AIDS), ma andrebbero invece regolamentate, dato che nei party privati c’è il rischio di trasmissioni di malattie infettive.

Ne esce inoltre un quadro diverso da quello normalmente dipinto di partecipanti che puntano all’anonimato e al puro sesso casuale: nonostante il party fosse finalizzato al sesso di gruppo, i partecipanti spesso si raccontavano storie personali anche molto private, inoltre il fatto che i partecipanti per quanto numerosi fossero sempre più o meno gli stessi dava intimità e legame interpersonale.

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mercoledì 25 giugno 2014

Tenta di abbattere la Luna a colpi di pistola, arrestato

Un uomo dell’Arizona è stato arrestato per avere sparato numerosi colpi di pistola in direzione della Luna e avere opposto resistenza agli agenti che volevano arrestarlo.
La chiamata alla polizia era arrivata dalla fidanzata del trentanovenne Cameron Read, preoccupata per il comportamento del compagno che aveva estratto la pistola e aveva detto che voleva sparare alla Luna, apparentemente con l’intenzione di “abbatterla”.


  


Dopo avere chiamato la polizia, la donna è uscita dalla casa portando con sé il figlio, preoccupata che Read potesse ferire qualcuno. Quando gli agenti sono arrivati, hanno faticato non poco per riportare alla calma l’uomo, che sembra avesse fatto uso di droga prima.

Alla fine Read è stato arrestato: l’uomo ha detto che non era sua intenzione fare del male a nessuno, ma  non ha potuto evitare in nessun modo la denuncia per uso improprio di armi da fuoco e disturbo della quiete pubblica.


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Ricerca studia l’effetto sul riscaldamento globale delle scoregge dei cammelli

E’ cosa ormai nota che il metano emesso dai bovini sia un fattore che contribuisce all’effetto serra,  in modo non certo maggioritario ma neppure trascurabile.
Un gruppo di ricercatori si è chiesto se lo stesso ruolo possano averlo anche le scoregge dei camelidi (quindi animali come cammello, il dromedario, il lama, l’alpaca), in quanto l’apparato digerente e la fisiologia sono in parte simili a quelli dei ruminanti.


  


I ricercatori hanno posizionato degli animali (5 cammelli, 6 lama e 5 alpaca) in “camere di respirazione”, che sono in pratica degli ambienti sigillati in cui tutta l’aria che esce e quella che entra sono analizzate, ed hanno sostanzialmente aspettato che gli animali emettessero le loro flatulenze.

Ne è emerso che i camelidi emettono molto meno metano che i bovini, forse a causa della minore  quantità di cibo che ingeriscono. Una buona notizia per l’ambiente, e una consolazione per chi pensa che il proprio lavoro sia brutto, che potrà confortarsi pensando che almeno non ha a che fare con le scoregge dei cammelli…


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lunedì 23 giugno 2014

Obeso cerca di nascondersi nell’ombelico 40 sacchetti di eroina

Un uomo del Nord Carolina è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di traffico di droga dopo essere stato fermato con diversi sacchetti di eroina nascosti… nell’ombelico.
Secondo la polizia di Greenville, gli agenti erano impegnati in una operazione antidroga quando hanno fermato un’auto guidata da Radnall Streeter e con alcune altre persone a bordo, scoprendo un’ingente quantità di droga: 340 bustine in tutto.


  


Ma la cosa decisamente strana è che Streeter, decisamente sovrappeso, si era nascosto addosso 40 sacchetti di eroina, oltre a una pipa per il crack e delle pillole, sfruttando i risvolti di grasso della sua pancia, in particolare intorno all’ombelico.

Non è chiaro perché l’uomo abbia tentato di “trarre vantaggio” in questo modo dalla sua stazza, soprattutto considerato che c’era molta altra droga nell’auto, e quindi se fosse un tentativo di nascondere la droga o semplicemente il suo modo di trasportarla.

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La “carrozzina acquatica”, per portare i pesci a passeggio

La vita del pesce rosso è quasi sempre noiosa: sempre chiuso nella boccia, sempre nella stessa stanza. Mike Warren-Madden ha deciso di fare qualcosa, ed ha creato un dispositivo che gli permettesse di portare a passeggio il suo pesce rosso Malcom.
L’idea è venuta all’uomo sette anni fa, quando ha deciso di dare al suo pesce rosso una visione più ampia del mondo. Malcom , che vive a Holmfirth,  nel West Yorkshire,  ha realizzato la sua “carrozzina acquatica” anche grazie al fatto che lavorava nel settore della lavorazione dei metalli: “grazie a questo ho potuto costruirla a pochi soldi, per qualcun altro sarebbe costato qualche centinaia [di sterline]”,racconta.


  


La carrozzina ha avuto numerosi perfezionamenti nel corso degli anni: ad esempio all’inizio, confessa Malcom, aveva sottovalutato il peso dell’acqua.

Ora l’uomo spera che qualche imprenditore sia interessato all’idea e gli dia una mano a commercializzare l’idea e svilupparla ancora, ad esempio aggiungendo un motore.
In molti mi hanno detto che il pesce non riesce a vedere, ma chissà?”, spiega quando gli si chiede se il pesce davvero si gusta la passeggiata nella “carrozzina”.


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domenica 22 giugno 2014

Postumi da sbronza a lungo termine: ha il singhiozzo da due anni

Il trentottenne  Daniel Clavin soffre probabilmente dei peggiori postumi da sbronza al mondo: sono due anni infatti che ha continuamente il singhiozzo, dopo una festa di addio al celibato dove lui e i suoi amici avevano alzato decisamente il gomito.
Il problema gli sta rovinando la vita: ha difficoltà a mangiare, si vergogna ad andare in giro in pubblico, e non può più dormire con sua moglie. Purtroppo per lui, sembra che non ci sia cura per il suo problema, e i medici temono che possa essere collegato ad una forma di sclerosi multipla.


  


Di quel luglio del 2011, Daniel racconta: “Mi sono svegliato con il singhiozzo, e non sono quando o perché sia cominciato. Non sono un grade bevitore. Ho avuto il singhiozzo per più tempo del solito, ma all’inizio non mi sembrava niente di strano. Da allora ho provato tutto, tutti i rimedi della nonna, ma non riesco a smettere”.

Fortunatamente, Daniel riesce ancora a lavorare: “I miei colleghi sono molto buoni e tolleranti, e io cerco di fare tutto quel che posso per tenere i singhiozzi silenziosi. Ho scoperto che li controllo meglio quando non parlo, così cerco di stare in silenzio”.
Il neurologo che lo ha in cura ha proposto di provare un farmaco anti-epilettico oppure di installare un pacemaker nel diaframma, in modo da interrompere il segnale nervoso che comanda il singhiozzo, ma non ci son certezze che le cure funzionino, anche se potrebbero aiutare Daniel a tenere meglio sotto controllo il problema.


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Famiglia americana vive un anno intero senza zucchero

Gli americani sono “famosi” per abusare spesso del cibo e degli zuccheri, e le campagne informative non sembrano avere effetti sulla maggior parte della popolazione, con effetti devastanti sulla salute: un americano su sette avrebbe sindromi metaboliche di un qualche tipo, uno su tre è obeso, e i tassi di diffusione di diabete e di malattie cardiovascolari è impressionante. Anche gli animali domestici starebbero iniziando a diventare fuori forma per colpa del cattivo stile di vita dei padroni.
Eve Schaub ha deciso di fare qualcosa almeno per la sua famiglia, ponendosi una sfida impegnativa: vedere se era possibile per lei e la sua famiglia (lei, suo marito, e le loro due figlie di 6 e 11 anni) vivere per un anno intero senza mangiare cibi con zuccheri aggiunti.
Può sembrare pazzo, ma evitare zuccheri per un anno mi sembrava un’enorme avventura”racconta Eva, che ora ha scritto anche un libro sulla sua esperienza (Year of No Sugar: A Memoir).


  


Ero curiosa di cosa sarebbe successo. Volevo sapere quanto sarebbe stato duro, che cose interessanti sarebbero capitate, come sarebbe cambiata la cucina. Dopo avere continuato le mie ricerche, mi sono convinta che eliminare lo zucchero ci avrebbe reso tutti più sani”.

Abbiamo eliminato tutto quello che avesse zuccheri aggiunti […] Abbiamo anche eliminato tutto quello che conteneva ‘finti’ zuccheri o alcol di zuccheri. A meno che lo zucchero non fosse incorporato nella sua fonte originale – in un frutto ad esempio – non lo mangiavamo”.
Non sono mancate le sorprese, dato che Eve ha trovato zuccheri aggiunti nei cibi più impensati: tortillas, salsicce, maionese, bacon. Un’aggiunta non sempre indispensabile, a volte fatta solo per motivi chimici che permetterebbero di contenere i costi di produzione.
Eve ammette che ha avuto un po’ di problema a convincere le figlie a prendere parte all’impresa: “Al primo momento hanno iniziato a strillare: hanno subito immaginato che compleanni, Halloween e Natale sarebbero stati completamente differenti. E come madre, l’ultima cosa che vuoi è far piangere i tuoi figli. I primi giorni sono stati i peggiori, ma poi le cose si sono aggiustate”.
Nel tempo la famiglia si è abituata alla nuova alimentazione, e sembrerebbe con benefici: “I nostri gusti sono cambiati: le cose dolci hanno iniziato a sembrarci repellenti. Cose che prima ci sembravano molto appetitose adesso sembravano oscene e disgustose. Ci sentivamo più sani: sembrava che ci ammalassimo di meno, guarissimo prima, e prendessimo raffreddori più leggeri. Le mie bambine hanno perso molti meno giorni di scuola”.

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venerdì 20 giugno 2014

Il Motoball: calcio giocato… in sella ad una moto

Il Motoball è sicuramente uno degli sport più curiosi ed insoliti (se mettiamo da parte il Biathlon per carri armati), che gode però di una discreta popolarità specie in Russia, ma viene giocato anche in Francia, Germania, Ucraina, Bielorussia e Olanda.

  


Il Motoball, come il nome lascia intuire, combina motociclismo e calcio: le due squadre, composta da quattro giocatoriin sella ad una moto ed un portiere, e devono mandare in porta un pallone dal diametro di 40 cm e dal peso di un chilo.  Ad arbitrare il gioco due arbitri e due guardalinee.

  


Le moto sono appositamente progettate per queste gare, e la gran parte di esse sono prodotte da una ditta spagnola.

Per quanto il Motorball sia uno sport insolito, va detto che però ha una storia molto lunga: la prima partita si sarebbe giocata addirittura nel 1929 in Francia.



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Gli uomini meno mascolini hanno minore probabilità di malattie cardiache

Si sa che gli uomini sono più esposti a problemi cardiaci rispetto alle donne. Una ricerca condotta in Scozia ha  evidenziato che però oltre a questa differenza di genere ce ne sarebbe una anche all’interno del gruppo degli uomini, con gli uomini più “maschi” che rischierebbero maggiormente  malattie coronariche.

  


Lo studio ha esaminato 1.500 soggetti della zona di Glasgow, ed i dati sono stati corretti per tenere conto di fattori quali il fumo, il consumo di alcol, peso e molti altri fattori comportamentali che influenzano il rischio di malattie cardiache: la differenza di rischio che emerge dallo studio non è dunque influenzato dallo stile di vita che potrebbe essere associato all’atteggiamento più o meno mascolino.

La spiegazione del maggiore rischio potrebbe essere collegata a maggiore stress o a fattori ormonali, e i ricercatori hanno auspicato maggiori ricerche in materia.

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giovedì 19 giugno 2014

Donna sostiene di essere la cugina di 65° grado della Madonna

Mary Beth Webb, di Murrysville, Pennsylvania, sostiene di avere parentele di tutto rispetto. Secondo quanto asserisce, sarebbe la pronipote di 64° grado di San Giuseppe d’Arimatea, considerato lo zio paterno della Vergine Maria. Il che renderebbe Mary Beth cugina di 65° grado della Madonna.
La donna ha iniziato a fare ricerche sui suoi antenati nel 2010, e dopo due anni ha scoperto la parentela con il santo che secondo il Vangelo avrebbe messo a disposizione la tomba dove sarebbe stato seppellito Cristo dopo la crocifissione.


  


L’idea di fare ricerche sui suoi antenati viene da qualcosa di forse ancora più strano: Mary Beth infatti, dopo che suo fratello è morto per cancro nel 1999, avrebbe iniziato a comunicare con l’aldilà, con suo cugino come medium: Mary Beth è convinta dei suoi poteri perché lui avrebbe fatto da tramite con i genitori deceduti di lei, su fatti di cui lui “non poteva essere a conoscenza”.

Viene abbastanza naturale essere scettici sulla storia: e Mary Beth ammette che anche quando ha contattato i gestori del sito ancestry.com, un sito specializzato in alberi genealogici che Mary Beth ha usato per risalire alle sue parentele, non ha avuto l’entusiasmo che si sarebbe aspettata di fronte alla sua scoperta. “Mi hanno detto che forse avevo fatto un errore, perché è facile farne”racconta.


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Gli sbadigli servirebbero a raffreddare il cervello

E’ da molto tempo che la scienza si domanda a cosa servano gli sbadigli, ma finora non è stato ancora del tutto compreso cosa spinga le persone a sbadigliare, e probabilmente ci sono molteplici fattori che attivano questo riflesso.
Al puzzle delle numerose teorie sugli sbadigli, una ricerca aggiunge ora una nuova tessera: lo scopo degli sbadigli potrebbe essere quello di raffreddare il cervello.
I ricercatori hanno mostrato ad un gruppo di soggetti foto di persone che sbadigliano, per valutare la loro sensibilità al “contagio” dello sbadiglio (altre ricerche hanno evidenziato che dipende anche dall’età del soggetto ), ed hanno scoperto che d’estate è più facile essere “contagiati” che d’inverno.


  


Sebbene ci siano numerosi fattori che possono cambiare tra una stagione e l’altra, negli esperimenti l’unica variabile che ha evidenziato una correlazione con gli sbadigli è stata la temperatura, spingendo i ricercatori ad ipotizzare che gli sbadigli abbiano lo scopo di raffreddare il cervello, tramite la profonda inspirazione d’aria e la posizione della bocca e della testa che incanala il  flusso “rinfrescante” in modo da sottrarre più calore possibile al cervello.

La teoria appare avere delle basi solide, anche incrociando i risultati con altre ricerche, infatti è emerso che gli sbadigli sarebbero infatti più frequenti a temperature “primaverili”: la spiegazione sarebbe allora che quando è freddo non c’è la necessità di raffreddare il cervello, mentre a temperature vicine (o superiori) a quella corporea lo sbadiglio sarebbe inutile perché l’aria inspirata non avrebbe un effetto rinfrescante.

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