L’obesità può comportare gravi problemi di salute, ma se pensate che una volta passati a miglior vita le difficoltà siano finite una volta per tutte vi sbagliate.
Un’agenzia di pompe funebri in Australia si è trovata in grossa difficoltà quando l’obitorio ha respinto il cadavere di un uomo che pesava 200 Kg, dicendo che le loro celle frigorifere non erano attrezzate per quella stazza.
Joanne Cummings, la titolare dell’agenzia, non ha potuto fare altro che prendere la macchina e scarrozzare il cadavere nell’autobara per diverse ore. “Avevo l’aria condizionata al massimo [per tenere il cadavere al fresco] e dovevo controllarlo ogni mezz’ora”, racconta.
Nel frattempo, la donna aveva fatto ordinare un piccolo container refrigerato per collocare il cadavere, che è arrivato la mattina dopo.
Non è la prima volta che capita un episodio di questo tipo: se da un lato sono inevitabili le polemiche sull’accaduto, altri sottolineano che si tratta dell’ennesima dimostrazione che l’obesità comporta numerosissimi costi “nascosti” per la società, quali anche quelli che dovrebbero sostenere gli obitori per adeguare le celle frigorifere alle maggiori dimensioni.
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